Progetto Donne e Futuro per l’Europa

Il Parlamento Europeo ha invitato l’Avvocato Cristina Rossello a presentare la sua idea di Progetto Donne e Futuro a Palazzo delle Stelline, sede dell’Ufficio d’Informazione a Milano del Parlamento europeo, nella sala conferenze “Pirelli”. L’occasione per il mese di marzo, nell’ambito dell’iniziativa “L’Europa è per le donne”, promossa dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia con dibattiti e work shop sulla condizione e il ruolo delle donne nel nostro Paese e in Europa, con l’intento di valorizzare la vita associativa femminile.

Progetto Donne e Futuro - Parlamento Europeo - Milano

Il Parlamento europeo ha adottato numerose risoluzioni e direttive in materia. Questo è l’indirizzo da cui è nata l’iniziativa “L’Europa è per le Donne”. L’Avvocato Cristina Rossello ha colto l’occasione per illustrare la posizione dell’Unione Europea. Nel 2011 la Commissione Europea ha chiesto misure di autoregolamentazione credibili per portare più donne alla guida delle imprese europee e costituire equilibri di genere accettabili nelle aziende (entrambi i sessi rappresentati per almeno il 40%). I dati attualmente disponibili mostrano che l’equilibrio di genere ai vertici aziendali incide positivamente sulle prestazioni delle imprese, sulla competitività e sui profitti: in uno studio della McKinsey si legge ad esempio che le società con rappresentanza paritaria realizzano profitti del 56% superiori rispetto a quelle a conduzione unicamente maschile. Un’analisi condotta da Ernst & Young sulle 290 principali società quotate in borsa, mostra che le imprese con almeno una donna nel consiglio di amministrazione realizzano utili decisamente più elevati rispetto a quelle in cui le donne sono del tutto assenti dai vertici aziendali. L’Avvocato Rossello ha illustrato l’iniziativa della Comunità Europea a sostegno della donna in azienda. Promuovere una maggiore parità di genere nel processo decisionale è uno degli obiettivi della Carta delle Donne europea, iniziativa lanciata dal Presidente Barroso e dalla Vicepresidente Reding a marzo 2010. A settembre dello stesso anno, la Commissione ha adottato la Strategia per la parità tra donne e uomini per il prossimo quinquennio che prevede la possibilità di individuare le misure in grado di ridurre il divario di genere tuttora esistente ai vertici delle società europee.
Nell’ambito del programma di attuazione della Strategia, la Commissione ha avviato recentemente una consultazione pubblica sui possibili interventi a livello dell’Unione, tra cui misure legislative, che permettano di riequilibrare la rappresentanza uomo-donna nei cda aziendali. Sulla scorta dei pareri raccolti con la consultazione, che scade il 28 maggio 2012, la Commissione deciderà come intervenire nel corso dell’anno.
L’Avvocato Rossello ha inoltre anticipato alla platea l’uscita di un fondamentale documento in corso di promulgazione da parte del Parlamento Europeo con questi importanti contenuti.
Infatti, di lì a pochi giorni è stata approvata la Risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2012 sulla parità tra donne e uomini nell’Unione europea. In occasione dell’iniziativa “L’Europa è per le Donne”, gli Uffici del Parlamento europeo di Roma e Milano hanno invitato alcune delle più rappresentative fondazioni, associazioni e istituti che si occupano di temi femminili, tra cui Progetto Donne e Futuro, per promuovere sinergie e collaborazione al femminile, onde rafforzare il processo di solidarietà in atto. Dall’1 al 31 marzo 2012, nelle due sedi italiane si sono svolti dibattiti che hanno approfondito il tema del ruolo delle donne nella vita della società civile e dell’impresa.
Un tema scottante poiché secondo i dati presentati dal World Economic Forum a gennaio, l’Italia si trova al novantesimo posto su 135 Paesi per la parità di genere nel mercato del lavoro. Le donne hanno raggiunto altissimi livelli d’istruzione e la produttività potenziale è notevolmente aumentata negli ultimi anni, tuttavia il tasso di occupazione delle laureate in Italia è del 71,7% contro la media europea pari al 79,1% e pochissime sono le donne in posizione di vertice. Il convegno milanese di Progetto Donne e Futuro ha avuto l’obiettivo di chiarire questi dati attraverso numerosi interventi da parte di professioniste e professionisti attivi in diversi settori, ponendosi come guida sia in Italia che prossimamente all’estero.

In apertura di convegno il dottor Bruno Marasà Direttore dell’Ufficio d’Informazione a Milano del Parlamento europeo ha portato i suoi saluti: «Il progetto “L’Europa è per le Donne” ci ha permesso di organizzare tra Roma e Milano decine di incontri con il variegato mondo delle associazioni femminili.
Il progetto ci ha permesso di testimoniare l’estrema varietà della condizione femminile e delle problematiche legate ad essa, nel nostro paese e nell’Europa in generale. È sufficiente scorrere i titoli delle iniziative che si sono svolte grazie a “L’Europa è per le Donne” per capire come il tema tocchi tutti gli aspetti della vita economica-sociale e di relazione: emerge uno spaccato veramente importante della vita del Paese, delle società moderne e dell’Unione europea. Abbiamo testimonianza recentissima delle conclusioni a cui è arrivata la Commissaria Viviane Reding sulla presenza delle donne nel mondo imprenditoriale citando dati purtroppo non incoraggianti rispetto agli obiettivi che gli Stati membri si sono posti». L’Unione europea dedica una costante attenzione al tema della parità di genere che quest’anno la Commissione europea ha voluto dedicare alla parità di salario e di lavoro che si inquadra nella strategia europea per i diritti 2010-2015, obiettivi che a volte sono indicazioni non realizzate pienamente, ma utili per identificare i problemi e tracciare percorsi dentro i quali parti e associazioni possono scegliere di muoversi. Da Bruxelles, l’onorevole Patrizia Toia, ha inviato un intervento scritto, apprezzando “l’approccio positivo” di Progetto Donne e Futuro «finalmente le donne vengono presentate per le loro eccellenze, i loro meriti e per il contributo che, con l’impegno quotidiano nella vita e nel lavoro, apportano alla società e all’economia». L’On. Toia ha inoltre espresso come sia «importante che le donne riescano anche a incontrarsi, a trovare luoghi per confrontarsi e “fare rete” tra loro per supportarsi a vicenda quando serve. Una rete che è giusto sviluppare a partire dai piccoli territori fino a estendersi a livello nazionale e anche internazionale, dato che ormai ci troviamo a operare e competere in un mondo globale. Ecco perché è molto importante il lavoro che, in questo senso, sta svolgendo la vostra Associazione Progetto Donne e Futuro in favore delle donne, della nobilitazione delle loro eccellenze e della promozione dell’immagine di coloro che si sono distinte per particolari meriti con le loro attività e più che meritati sono i riconoscimenti che siete riusciti a conseguire».

La pluralità di voci che Progetto Donne e Futuro ha concentrato a Milano ha delineato un melting pot di esperienze e contributi che ha ancor più legittimato l’apprezzamento con il quale il Progetto di Cristina Rossello viene considerato a livello europeo una best practice virtuosa. Punto di partenza è il concetto womenomics, di cui Progetto Donne e Futuro si è fatto portavoce in Italia con l’obiettivo di valorizzare il contributo femminile, unitamente al ruolo centrale attribuito alla donna nel progresso delle professioni e dell’economia verso la formazione di una nuova cultura aziendale che favorisca i percorsi di carriera femminile.
Regione per regione, città per città «il progetto sta creando una rete che è utile alle donne per supportarsi a vicenda con l’obiettivo di competere in un mondo globale» ha sottolineato l’avvocato Cristina Rossello, Presidente e promotrice, che ha proseguito spiegando quale sia la linfa che ha dato il via all’iniziativa.
“L’Unione Europea si è resa conto che le norme non erano adeguate alla realtà sociale di riferimento. Questa presa di coscienza ci dice che abbiamo bisogno di un tessuto sociale.
Il percorso editoriale che stiamo sviluppando con Progetto Donne e Futuro, ad esempio, sta prendendo in esame dei dati tra cui quelli della società cinese: la Cina ha condizionato lo sviluppo demografico, e di conseguenza l’economia del proprio continente, bloccando le nascite delle donne e favorendo l’aborto per i feti per i quali era riconosciuta già l’informazione genetica femminile. Vogliamo pubblicare libri di alto livello sociale e documentati e il tema cinese sarà un percorso che svilupperemo». Progetto Donne e Futuro ha catturato l’attenzione anche di Viviane Reding, Commissario europeo per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza e Vicepresidente della Commissione nell’ambito della Commissione Barroso II che ha invitato Cristina Rossello a inviare note ed osservazioni per partecipare alle consultazioni pubbliche per gli obiettivi strategici femminili dei prossimi cinque anni.

Nell’ambito dei lavori del convegno milanese, la prima relatrice a prendere la parola è stata Monica Pesce di Professional Women’s Association, Presidente del Board, che nel suo intervento ha fatto riferimento al progetto Ready for Board Women che l’associazione PWA ha avviato nel 2008 «con lo scopo di porre fine alla scusante utilizzata per giustificare l’avversione alle quote rosa ovvero “non ci sono donne qualificate”. Ma non era questo il tema: le donne qualificate ci sono, ma probabilmente non sono visibili oppure chi deve decidere non le vuole vedere. L’obbligo di legge ha svegliato le coscienze, ha aiutato gli uomini a porsi una domanda e le donne a diventare più coraggiose» ha spiegato. Sull’evoluzione in atto all’interno delle aziende è intervenuta Maria Silvia Sacchi, giornalista del Corriere della Sera e firma Corriere Economia, spiegando che in Italia «ci sarà un cambiamento positivo perché tante aziende si stanno adeguando.
La cosa interessante è che emergono nomi nuovi: questo significa che le aziende stanno facendo ricerche per cercare i profili giusti. Un altro segnale importante di cambiamento è che le donne arrivate ai vertici non si vergognano. Rimangono aperti i temi della maternità e della ricostruzione dei rapporti tra uomini e donne ed è importante lavorare sulle nuove generazioni».

Progetto Donne e Futuro punta sulla cultura come strumento di cambiamento. Lo dimostra la molteplicità di voci coinvolte nei convegni e il loro alto profilo professionale. La strada individuata in questo senso è molto chiara ed è stata illustrata anche da Angela Di Luciano, libera professionista già Editor del Gruppo Sole 24 Ore, che ha annunciato come «Progetto Donne e Futuro intende ampliare a partire dal 2012 il processo di divulgazione su altre tematiche e discipline aprendo lo scenario a tutto quello che può interessare il mondo delle donne». Nasceranno progetti editoriali che si andranno ad aggiungere al volume degli atti del primo convegno svolto a Savona nel 2010 e alla collana editoriale “Donne e Economia” nata da una collaborazione del Gruppo 24 Ore con Progetto Donne e Futuro.

Due i contributi accademici. Daniela Montemerlo, che rappresenta il mondo accademico privato in qualità di Professore di Strategia delle Aziende Famigliari dell’Università Bocconi e Professore Associato di Economia Aziendale e Family Business all’Università dell’Insubria, ha riflettuto sulla sfida educativa, tema caro alla platea di Progetto Donne e Futuro.
«Tanta è la strada da percorrere per fare apprezzare lo stile femminile che gli studi rivelano essere orientato a valorizzare il “come” si raggiungono i risultati, ad usare prudentemente le risorse, a valorizzare le risorse umane, a condividere le decisioni. Le aziende di oggi hanno sempre più bisogno di queste caratteristiche. Un’altra componente della sfida educativa è quella di fare crescere nelle generazioni giovani, ma anche nelle meno giovani, la maturità di genere. Bisogna lavorare sull’integrazione, ovvero su come lo stile femminile e quello maschile si possono e devono integrare. Dopodiché, l’educazione deve tradursi in azione e bisogna lavorare sui contesti organizzativi per creare quelli che possono combinare l’ambito lavorativo con l’ambito familiare e personale». Che la situazione sia migliorata, ma che occorra tenere alta la tensione e l’attenzione, lo ha puntualizzato anche Marina Brogi, Vicepreside della Facoltà di Economia dell’Università Sapienza di Roma, la più grande università pubblica d’Europa, dove è Professore Ordinario di Economia dei Mercati Finanziari. «Le mie studentesse sono brave, si laureano prima dei maschi, studiano di più. Se guardiamo i vertici delle società, siamo sempre al 6 massimo 10% della presenza femminile nelle posizioni di vertice. Perdere così tanti talenti per strada è indice di un problema. Per arrivare a una certa visibilità (consiglio d’amministrazione, ndr) bisogna sconfiggere gli stereotipi.
Al tempo stesso c’è un problema di modelli. I maestri sono in primo luogo in-segnanti, persone che mettono un segno nella personalità. Vorrei che le mie studentesse potessero avere delle in-segnanti (donne). Le donne sono pronte a fare la loro parte, a mettersi al servizio della società e dell’economia, a mettere a disposizione il loro talento, per contribuire a costruire la nostra casa comune, in economia». In questa direzione è stata rilevante la testimonianza, del dottor Michele Cattaneo, Amministratore Delegato di Spafid, che ha portato la sua significativa e lunga esperienza nel mondo finanziario e dell’impresa: «Nel mio lavoro ho incontrato figure che in massima parte sono state il frutto dell’imprenditoria italiana del dopoguerra, con il boom economico. Questi soggetti mi hanno insegnato alcune cose, prima di tutto: la ricchezza è degli uomini (infatti ho pochi clienti donne), e che l’imprenditore italiano è afflitto da due sindromi almeno, quella dell’immortalità e quella della trasmissione dell’imprenditorialità attraverso i geni. Entrambe sono sindromi sbagliate e producono effetti devastanti. I figli, malcapitati, non hanno avuto possibilità di esprimere un’alternativa.
La mancata scelta di successori adeguati sta provocando un terremoto a livello di tessuto imprenditoriale: sono più le imprese che muoiono per discontinuità generazionale che le imprese che sopravvivono». Michele Catteneo ha poi sottolineato, come padre, come sia fondamentale andare oltre il curriculum universitario e scoprire «la capacità di essere individuo, cioè quella capacità di sopravvivenza da mettere in campo quotidianamente nel lavoro. Serve incoraggiare le predisposizioni e mai usare degli schemi da riempire obbligatoriamente perché siamo diversi. Ognuno ha dentro di sé una vocazione, andare contro di essa significa forzare un individuo, mentre incoraggiarla significa assicurarsi una risposta di successo».

Il convegno milanese ha focalizzato anche sul ruolo della formazione. Andrea Bianchi ha portato la sua esperienza di formatore, coach ed esperto di talento e di leadership femminile racchiusi nel suo nuovo libro “Uomini che lavorano con le donne” (Gruppo 24 Ore) sottolineando come la relazione “uomo-donna” costituisca sul fronte lavorativo un vero e proprio asset aziendale e la sinergia fra loro possa essere strumento di business capace di garantire un vantaggio competitivo per l’azienda e per la crescita. Di seguito, l’intervento del Generale Camillo de Milato Comandante del Comando Militare Esercito Lombardia sulle donne militari ha suscitato grande interesse nel pubblico presente. «Le donne hanno portato un rinnovamento culturale e qualitativo. Ci sono differenze fisiche: le donne non possono fare quello che fanno gli uomini, ma hanno un intuito e una determinazione che fanno da traino agli uomini.
È un’alleanza, una integrazione di qualità che fa sì che i militari italiani siano tra i migliori del mondo».
Ad approfondire le peculiarità dell’unico riconoscimento in Italia che viene conferito alle giovani studentesse di talento dando loro la possibilità di avviare un percorso di mentoring, è stata Cristina Bicciocchi che ne ha illustrato i criteri guida facendo riferimento all’esperienza territoriale dei percorsi di tutoraggio avviati in Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio. «La consegna del Premio Profilo Donna Junior è un momento di condivisione dei valori di Progetto Donne e Futuro con la comunità locale, un evento che gratifica e responsabilizza le giovani scelte secondo criteri meritocratici. Per queste ragazze, avere una platea che le applaude è molto stimolante e il palcoscenico è una scuola di vita: un’esperienza che le aiuta a crescere e a dare il meglio di loro stesse» ha commentato Cristina Bicciocchi.

La giornalista Alessandra Perera ha condotto il dibattito finale con domande alle madrine e alle pupil presenti in platea, tra le quali Daniela Giardi Javarone presidente dell’Associazione Amici della Lirica di Milano e madrina di Anna Delfino (canto), Loredana Vido che insieme ad Alessandra Rampazzo è madrina di Martina Calore (medicina e ricerca medica), Rebecca Falco (alberghiero) che ha concluso lo stage al BibenduM Catering con Marta Pulini. Aurora Di Sclafani premiata, e presto mamma, per il settore enologia era in platea a fianco alla sua madrina, l’Avvocato Tiziana Rota.

Di seguito, Candida Morvillo ha analizzato il modello delle veline di ieri e di oggi concludendo che «manca un modello condiviso: nel mondo del lavoro molte donne sono ferme a un modello maschile oppure sono a costante rischio di ribaltamento del modello maschile senza però averne uno femminile alternativo». Enrica Vigato, Direttore Editoriale Who’s Who in Italy, in qualità di comunicatrice e sviluppatrice del sito web www.progettodonneefuturo.it si è concentrata sul dato Censis che rivela come le donne siano le migliori comunicatrici e coach. In ambito di ufficio stampa e comunicazione «le donne in carriera raggiungono sempre di più i vertici, il motivo è che sono multitasking. Una ricerca professionale rileva che a rivolgersi ai coach sono soprattutto manager e quadri uomini, ma a fare il coach per il 60% dei casi sono donne.
La donna reintroduce il valore delle risorse umane quali potenzialità a sostegno dell’azienda» ha spiegato Enrica Vigato.
Giulia Belloni, Consulente finanziario, partner di Russell Reynolds Associates, ha ricordato che «la presenza femminile nel mondo finanziario è davvero molto bassa, in particolare in Italia. Ma l’effetto delle quote rosa è estremamente positivo. Si sta creando un’attenzione importante verso questo tema». Fulvia Guazzone Amministratore Delegato di Liberitutti, ha portato l’esempio della web community “Latuaideadimpresa” (Confindustria): «lavoriamo sul modello di uomo e sul modello di donna. Sono tante figure femminili che si raccontano, ma colpiscono molto gli uomini che “amano le donne”, ovvero credono veramente in loro, e ne hanno fatto la forza delle loro aziende. Sul sito Latuaideadimpresa.it si possono trovare tanti esempi». Anche la metodologia è un aspetto chiave per il cambiamento della cultura. Erika Leonardi, Consulente, formatore e autrice propone la metogologia “Life’n jazz”. «Il jazz ci può insegnare a coltivare le proprie capacità di fare gruppo e allo stesso tempo essere soggetto protagonista. Ci insegna la flessibilità a fronte del conseguimento di un obiettivo e l’importanza di sapere vivere la propria individualità all’interno del gruppo». Benedetta Donato, curatrice d’arte contemporanea, Presidente dell’Associazione pianoBI, ha illustrato la proposta artistica di Progetto Donne e Futuro “Prendersi cura del bello: un’arte tutta al femminile”.
«Le donne nel mondo dell’arte cominciano a inserirsi cospicuamente solo all’inizio del 900 e in un secolo le cose sono andate abbastanza a rilento. L’emancipazione nell’arte corrisponde all’emancipazione che vi è stata nella società. Dagli anni 70 le donne si sono focalizzate sulle novità artistiche e oggi dominano, ad esempio, nella videoarte».
Le conclusioni del convegno sono state a cura del giornalista Federico Guiglia, che ha parlato della sua proposta intitolata “Progetto Donne è Futuro” per l’individuazione del modello femminile italiano che sarà portato all’estero.

 
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